L'arma che annienta l'egoismo - Drag Kar Rinpoche

L’arma che annienta l’egoismo è un testo di Lo-jong (addestramento mentale) che riassume le pratiche principali cui si dedicavano i Ghesce Kadampa in Tibet a partire dal X secolo. Questi grandi Maestri erano sempre concentrati sul ricordo dell’incertezza del momento della morte, poiché questa attitudine sprona ad impegnarsi nelle pratiche di Buddha-Dharma con una motivazione sincera. A questo fine, era loro abitudine recitare versi tratti da testi di Lo-jong.
Allo scopo di poter meditare sulla morte con naturalezza, spesso pregavano di contrarre malattie incurabili. A quel tempo, erano molte le patologie letali, ma alcune lasciavano al malato spazio e modo per impegnarsi nelle pratiche prima di morire e il dolore non era tale da impedire la meditazione. In questo modo, i Ghesce Kadampa si ripromettevano di realizzare i due obiettivi fondamentali di un praticante di Buddha-Dharma: quello di abbandonare completamente l’interesse e l’attrazione verso i cosiddetti piaceri di questa vita e quello di essere in grado di praticare con successo la meditazione del Tong-Len (dare e prendere), che è descritta dettagliatamente nel testo. Non solo pregavano, in generale, di poter effettivamente aggiungere alla loro malattia le sofferenze di tutti gli esseri, ma anche, in particolare, si concentravano sull’evitare qualsiasi tipo d’interferenza per altri esseri santi, cosicché questi ultimi potessero continuare a portare beneficio al mondo senza ostacoli. 
Anche ai nostri giorni, siamo stati testimoni di Maestri tibetani che hanno accolto con gioia la notizia di avere un tumore, con gran meraviglia dei dottori che la comunicavano, abituati a ricevere dai malati reazioni completamente diverse. Questa è la dimostrazione che gli insegnamenti descritti nel testo sono ancora praticati nel mondo spirituale della tradizione tibetana.

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